Roberto Ascarelli

(1904-1970)

 

Avvocato. Esule antifascista in Svizzera a causa delle leggi razziali, fu presidente della "Assistenza Italiana" di Zurigo. Nel 1956 è tra i partecipanti al primo Convegno Nazionale del Partito Radicale di Mario Pannunzio, prestigioso direttore del "Il Mondo" ed è membro della sua Direzione Nazionale fino al 1962. Aderì successivamente al P.S.D.I., pur restando legato al Partito Radicale. Esponente importante della comunità ebraica romana, rappresentò lo Stato di Israele nel 1961 nel processo contro Herbert Kappler. Fu Console onorario della Finlandia fino al 1971.

Iniziato nella L.:. Rienzi di Roma il 26 gennaio 1923, nel dopoguerra fu M.:.V.:. della R.:. L.:. Pisacane di Ponza Hod n. 160 (una delle più antiche e prestigiose Logge del Grande Oriente d'Italia fondata nel giugno 1931 dal Gran Maestro Domizio Torrigiani durante la sua permanenza forzata nell'isola di Ponza ove era stato inviato in confino). Fu Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d'Italia per tre volte, col G.:. M.:. Cipollone e poi, dal 1964 al 1970, col G.:. M.:. Gamberini.

Pronunciò importanti discorsi massonici e svolse ampia attività nelle relazioni con le Comunioni estere e fu tra gli alfieri del dialogo col mondo cattolico. È noto l'incontro dell'11 aprile 1969 ad Ariccia nel convento del Divin Maestro, in cui sedette da una parte con il Gran Maestro Gamberini e lo storico Augusto Comba e dall'altra il salesiano Vincenzo Miano, vicecapo del segretariato vaticano per i non credenti, il paolino Rosario Esposito e il gesuita di "Civiltà Cattolica" Giovanni Caprile. Racconta padre Esposito: "Per la cena a capotavola c'era il Gamberini, che intonò il Padre nostro, poi, stando tutti ancora in piedi, prese un pane, lo spezzò e lo offrì al padre Caprile dicendo: 'Il massone spezza il pane col gesuita'. Tutti ci scambiammo il medesimo rito, condividendo una gioiosa fraternità".

Fu eletto Presidente del Rito Simbolico Italiano (marzo-aprile 1970) pochi giorni prima del suo passaggio all'Oriente Eterno e Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia nella Gran Loggia successiva. Nella sua breve Serenissima Gran Maestranza del Rito tentò di imprimere l'idea che la Massoneria dovesse essere l'officina formatrice di una classe dirigente degna di assumere tali funzioni, lanciando la ricostituzione di un sistema iniziatico ed etico rivolto alla formazione di costruttori.

Uomo di ineguagliabile spiritualità ed elegante penna, che visse, tutto sommato, una vita "appartata" fino alla fine degli anni '60, è tuttavia oggi celebre nell'Italia profana per essere stato il Gran Maestro Aggiunto che nel dicembre 1965 presentò l'apprendista Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il quale lo elevò immediatamente di grado nella gerarchia massonica, inserendolo nella Loggia Propaganda n.2 (Loggia cui nel 1945 il Grande Oriente d'Italia attribuì il numero d'ordine 2, attestante la sua vetustà di fondazione, seconda solo, tra le Logge ancora attive, alla "Santorre di Santarosa" di Alessandria, ma ora più nota al grosso pubblico come P2) e che nel 1969, assieme a Gamberini, affidò a Gelli un non meglio precisato incarico speciale di potenziamento della Loggia. I nomi del piedilista erano all'orecchio del Gran Maestro, anzi, si dice fossero conservati nella cassaforte dello studio di Piazza di Spagna del Gran Maestro Aggiunto Roberto Ascarelli. Nel 1971, dopo la morte di Ascarelli, tutta la documentazione andò allora in mano del Fratello Licio Gelli, che per altro si era conquistato la fiducia di Ascarelli per la sua efficienza organizzativa alla Lebole e un ostentato disinteresse per le promozioni di grado entro l'Ordine. Dopo la sua morte e da allora, in un crescendo parossistico di cui i Massoni leali conserveranno a lungo triste memoria, il nome della Loggia, o di singoli suoi membri, apparirà sistematicamente sulla stampa in relazione ad operazioni irrelate all'attività massonica, a scandali d'ogni sorta e a propositi d'interferenze politico-finanziarie, fino all'esplosione del caso nel maggio del 1981.

 
 

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