RITO SIMBOLICO ITALIANO 

ARCHIVIO


Roberto Ascarelli
LETTERA AI FRATELLI SIMBOLICI
1970

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A.·. G.·. D.·. G.·. A.·. D.·. U.·.



SERENISSIMA GRAN LOGGIA D'ITALIA DEL 

RITO SIMBOLICO ITALIANO

(Fondata nel 1859)





A tutti i Fratelli della Gran Loggia d'Italia del Rito Simbolico Italiano.


Salute, pace e prosperità. La recente Assemblea Ordinaria della nostra Gran Loggia ha voluto eleggermi a Presidente, ed io ho promesso accettando la carica, che avrei rispettato lo Statuto che la Gran Loggia si è data (e quello che, spero, si darà) e che avrei rispettato gli usi e le consuetudini della nostra Gran Loggia, e ne avrei sempre difeso le prerogative ed i diritti nel quadro della più stretta osservanza della ritualità Massonica.
Io sono molto grato a tutti voi che mi avete voluto affidare il supremo maglietto della nostra Gran Loggia Simbolica, ma sono vivamente preoccupato se sarò degno di tanto mandato che così nobilmente è stato esercitato dai compianti Fratelli Ciampolini e Passardi prima e dal Fratello Mauro Mugnai e dal venerando Aldo Sinigaglia poi. Formulo i più sentiti auguri per la salute di Mugnai e ricordo con speciale rimpianto Renato Passardi che mi ha conferito il privilegio di dirmi Simbolico e che mi è stato letteralmente maestro di vita e di costume. Proponendo alla Gran Loggia di acclamare Presidente Onorario Aldo Sinigaglia, sono lieto di salutare in lui il primo Presidente Onorario della nostra Gran Loggia e vorrei dirgli che la sua lunga milizia nella nostra più stretta fraternità ha pienamente giustificato l'affetto che ogni Maestro Architetto ha per lui in ogni parte d'Italia.
Ora vorrei dirvi il programma di lavoro futuro che intendo proporre all'attenzione dei più stretti collaboratori responsabili e che confido essi vorranno approvare:

1. Va coltivato in ogni modo un sano proselitismo perché alla qualità della nostra scuola si associ, in qualche modo, anche la pur sempre ristretta quantità dei fratelli più degni del nostro Ordine: per fare ciò bisogna stabilire un programma di azione che non sia meramente organizzativo, ma che stabilisca quanto ci proponiamo, sia come immediato comportamento, che in funzione di un compito futuro a cui strutturalmente dobbiamo essere destinati.
Perciò, per cominciare, trasmetterò, con una periodicità che in caso di necessità potrebbe essere anche quindicinale, delle direttive ai Collegi all'obbedienza del mio maglietto con delle informazioni che diano lo spunto ai lavori del singolo Collegio, i cui risultati dovranno essere rimessi alla Gr.·. Segreteria, in modo di raffrontare quanto si sarà ottenuto dai rispettivi Collegi, per armonizzarli insieme se possibile e necessario. Il presente saluto vuole essere il primo inizio dei colloqui che intendo stabilire fra il centro e i singoli gruppi periferici. Sarà dunque gradita non una obbedienza a delle direttive che non mi sento di dover dare a uomini liberi e coscienti, ma una collaborazione anche critica che dia modo di stabilire un dialogo. E' infatti il dialogo uno dei metodi massonici che deve più incidere nella formazione del Maestro dell'Arte quale ciascuno di noi deve essere non solo apparentemente, ma anche diventare in realtà.

2. A tale fine propongo come primo tema di ricerca quale sia la funzione che ciascuno di noi vorrebbe dare alla Massoneria. Dicono che siamo un complesso di inguaribili ottimisti protesi al progresso dell'umanità in nome di un trinomio che varia secondo le varie scuole, ma che potremmo concludere nelle parole: libertà. eguaglianza e fratellanza. A me tanto sembra poco, perché manca una delle maggiori virtù, quella della tolleranza che tanto peso dovrebbe avere nell'ordinato mondo moderno che sogniamo. I nostri nemici vedono in noi una società di mutuo soccorso male intesa e peggio applicata ai fini di impadronirci di un potere politico o patrimoniale di cui invero siamo anche troppo carenti.
Non è questa una mera ricerca filosofica, perché si tratta di stabilire di quali mezzi disponiamo per la nostra ricerca, e quale è questa ricerca. Cioè il tema richiede l'esame preliminare da fare sulla società in cui viviamo, quello che ci proponiamo ed i mezzi per raggiungere il nostro fine. Costituisce perciò, questo tema, il succo del nostro essere di Maestri Liberi Muratori, ed è di tale vastità che non potremo avviarci che gradualmente al traguardo.

3. Mi sembra dunque che questo tema generale, che è la ragion d'essere del nostro mondo, debba essere spezzettato in tanti sottotemi parziali ciascuno dei quali ha bisogno di essere sottoposto alla nostra indagine di gruppo e ritengo che il primo esame debba rivolgersi alle condizioni della nostra società italiana. Il tema dunque potrebbe chiamarsi definitivamente « La Massoneria e la Società Italiana ». Io ritengo, e prego di intervenire se non siete d'accordo con me, che il nostro Paese soffra di una gravissima crisi, che non è una crisi politica provocata da un dissidio classista, non è una crisi religiosa provocata da una crisi della religione attaccata da un mondo ateo ed anticlericale, non è data dalla crisi di un mondo spiritualista attaccato da un mondo materialista, ma è di tutte queste cose insieme e di nessuna di queste cose. La verità è, secondo me, che per infinite ragioni storiche che qui è inutile riportare per carenza di tempo e di spazio, in Italia, per diseducazione non si è formata mai una classe dirigente che venisse espressa da un popolo cosciente e che in esso avesse le sue radici, ma da uno sporadico fiorire di personalità singole che non hanno radice in null'altro che nella loro estemporaneità o superficialità, oppure genialità bene o male applicata, insomma nel loro essere individuale.
Se ci esaminiamo bene, siamo dunque non un popolo di eroi visti nel senso di individualità singole e singolari, quanto degli « eroi » senza essere un popolo. Tutto questo distacca la élite dalla società e non fornisce più alcun punto di contatto fra la massa e la élite stessa. Di volta in volta si serve della massa e ne viene poi fagocitata come se la tragedia di Cola di Rienzo si ripetesse sempre, sulla scalinata del Campidoglio o nella stazione di benzina di Piazzale Loreto, in grande o in piccolo: ma sempre chi ne soffre non è solo l'eroe che dopo una certa parabola scompare in quel nulla da cui non avrebbe mai dovuto essere uscito, ma ne soffre il gregge che ha seguito l'eroe, abbacinato da promesse che una sana logica, in partenza, avrebbe fatto giudicare inattuabili, e che si vede crollare il mondo fittizio in cui l'eroe lo aveva artatamente allevato. Ma tanto si ripete non solo al rango di dittatura, ma anche, con le più ridotte proporzioni. anche al livello del piccolo commerciante o professionista, cioè in quella che dovrebbe essere la borghesia o meglio la classe dirigente. Manca cioè una classe dirigente perché manca una massa cosciente. La scuola da una parte, la religione dall'altra avrebbero dovuto fornire e popolo e classe dirigente: in verità la scuola si è dimostrata sempre insufficiente, la religione in Italia non è mai esistita se non al livello fenomenologico di superstizione.
A me sembra dunque, che proprio date queste condizioni i partiti non riescano che a dividere delle masse tenute nell'ignoranza e nei limiti del loro piccolo profitto immediato; e solo un movimento spirituale ben funzionante potrebbe ridurre una classe di « eroi » ad una classe di uomini socialmente utili. Ecco dunque lo scopo della Massoneria, la necessità dell'introspezione e dello scambio di punti di vista e di opinioni che è propria della dialettica delle nostre Leggi. Ecco dunque la funzione insopprimibile che ci è assegnata dal destino in Italia.

4. Come vedete, carissimi Fratelli Maestri Architetti, questo tema già derivante da un frazionamento di un più largo programma, è enormemente vasto: ma è pure urgente che lo sottoponiamo al nostro esame perché, se la mia disamina è solo approssimativamente giusta, a noi è demandato dal destino un compito da far tremare le vene ai polsi. Il fare la diagnosi ad una situazione sociale esistente, vuol dire già cominciare a trovare i mezzi per stabilire un attacco al male che ci ha colpito in questo nostro bel Paese però tanto sciagurato. La via della prognosi è lunga. Io mi auguro ed auguro a tutti noi, che almeno coloro cui affideremo la face che ci illumina riusciranno ad aver ragione di questo tema.

Gradite il triplice fraterno abbraccio.


 
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