RITO SIMBOLICO ITALIANO 

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Virgilio Gaito
IL RITO SIMBOLICO ITALIANO NELLA COMUNIONE MASSONICA E DI FRONTE ALLA SOCIETÀ DI OGGI
Rivista Massonica, febbraio 1974

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IL RITO SIMBOLICO ITALIANO NELLA COMUNIONE MASSONICA E DI FRONTE ALLA SOCIETÀ DI OGGI

Convegno di Studi - Roma, Palazzo Giustiniani 8-9/12/1973

La Massoneria è universale. Intende all'elevazione morale, materiale e spirituale dell'uomo e dell'umana famiglia. Coloro che vi appartengono si chiamano Liberi Muratori e si raccolgono in Comunioni Nazionali.Virgilio Gaito La Comunione Italiana, uniformandosi nei principi e nelle finalità a quanto la Massoneria Universale professa e si propone, propugna il principio democratico nell'ordine politico e sociale, si ispira al trinomio Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, adotta rituali in accordo con gli Antichi Doveri, usi e costumi dell'Ordine, osserva il monoteismo, apre il Libro Sacro sull'Ara del Tempio e vi sovrappone la Squadra e il Compasso, segue l'esoterismo nell'insegnamento ed il simbolismo nell'arte operativa; adotta la divisione della Massoneria Simbolica nei tre Gradi di Apprendista, Compagno e Maestro, insegna la Leggenda del Terzo Grado, inizia solamente uomini, non è settaria né politica. La Massoneria Italiana ha il nome storico di Grande Oriente d'Italia. Il Grande Oriente riconosce i seguenti Corpi Massonici Rituali: il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato, e Corpi dipendenti; la Serenissima Gran Loggia Nazionale del Rito Simbolico Italiano e Corpi dipendenti; il Gran Capitolo dell'Arco Reale e Corpi dipendenti.
Questo il biglietto da visita della Massoneria Italiana così come viene presentata dalle Costituzioni del Grande Oriente d'Italia, oggi riconosciuto pressoché in tutto il mondo dalle altre Potenze Massoniche, in virtù anche dell'indipendenza e autonomia dai Corpi Rituali e da altre Potenze Massoniche conseguita nel secolo scorso e riaffermata nell'attuale.
La posizione del Rito Simbolico Italiano in seno alla Comunione Massonica Italiana è indissolubilmente legata al sorgere e all'affermarsi della Massoneria nel nostro Paese.
Nel 1859 non esisteva in Italia una Comunione Massonica nazionale. A simiglianza di quella che era la situazione politica delle varie regioni, quali ancora soggette a dominazione straniera, anche nel campo massonico vi era disponibilità di Logge appartenenti a vari Riti e dipendenti, in maggioranza, dai Supremi Consigli di Francia e di altri Paesi. Direttamente ispirato dai principi di libertà, uguaglianza e fratellanza, il sentimento unitario era stato vigorosamente propugnato anche a costo della vita dai nostri Fratelli, ma, ad onta della loro carica, le loro manifestazioni, anche nel campo profano, rimanevano autonome e risentivano della mancanza di un indirizzo comune, di un potere centrale coordinatore, a carattere nazionale, che desse effettivamente la dimostrazione del raggiungimento dell'unità nel nostro campo e costituisse buon auspicio per la riunione di tutti gli italiani in uno Stato indipendente.
Di questo diffuso stato d'animo si rese interprete un gruppo di massoni piemontesi che decise di fondare a Torino l'8 ottobre 1859 la R.·.L.·. « AUSONIA » che ebbe a fondatori: il Colonnello dell'Esercito Livio Zambeccari, lo stenografo della Camera dei Deputati, Filippo Delpino, l'avvocato Carlo Flori, il medico Anfossi, il Professore universitario Celestino Peroglio, l'operaio litografo Cordey, i commercianti Giuseppe Tolini e Vittorio Murano. Vi aderirono subito alcuni fratelli di cui non occorre indicare la professione: Costantino Nigra, Giuseppe La Farina, Filippo Cordova, Luigi Kossuth, Stefano Türr e, con loro, molti altri noti patrioti.
La Loggia « Ausonia » praticava il rito primitivo ispirato direttamente alle Costituzioni di Anderson per distinguersi dalle altre Logge dipendenti dai Supremi Consigli stranieri. Lo scopo evidente degli affiliati all'Ausonia era quello della costituzione di una Gran Loggia Nazionale completamente staccata dall'influenza francese e da ogni altra Obbedienza estera.
Favorita dal genio politico di Cavour, il 20 Dicembre 1859 la L.·. Ausonia si costituiva in Grande Oriente Italiano sotto la Gran Maestranza provvisoria del suo Venerabile, l'ottuagenario Filippo Delpino. Fu ad un tempo un'idea politica, che ci affrancò da ogni dipendenza da Riti o Potenze straniere, e una idea iniziatica che riportava la Massoneria alle Costituzioni di Anderson che conoscono ed ammettono una sola gerarchia iniziatica: quella dell'Apprendista, del Compagno d'Arte e del Maestro Libero Muratore. La Massoneria Italiana tornava dunque nell'alveo della tradizione seguita da quasi tutte le altre Comunioni Nazionali allora come oggi adottando il Rito primitivo, cioè il Simbolico, che riconosce i primi tre gradi detti appunto Simbolici perché raccolgono tutti i simboli fondamentali della Massoneria Universale.
Ma il Rito Scozzese, ancora strettamente legato alla Francia, non vide di buon occhio la limitazione nel riconoscimento degli alti gradi e si battè strenuamente per l'aggiunta ai primi tre gradi simbolici di tutta la gerarchia scozzese. Il che veniva a vanificare gli sforzi ed i sacrifici dei fondatori della L.·. Ausonia.
Allo scopo di difendere il Grande Oriente d'Italia dall'ingerenza dei Riti, alcune Logge di Rito Simbolico si strinsero intorno alla gloriosa « Ausonia » e si organizzarono alla obbedienza di un Gran Consiglio Simbolico sorto nel luglio 1864 a Milano. Più tardi esse giunsero all'Assemblea Costituente del 1874 tenutasi a Roma; in tale assise fu deliberato di far preparare e presentare alle Logge gli Statuti del Rito che furono approvati dall'Assemblea di Milano del 15 e 16 gennaio 1876.
Da allora il Rito Simbolico Italiano, con alterne vicende, seguitò a rappresentare la sentinella vigile e intransigente dell'Ordine, assicurandone l'indipendenza dai Riti e garantendo così i riconoscimenti da parte delle Potenze massoniche di altri Paesi.
Come logico corollario di tale azione, si giunse all'approvazione delle Costituzioni del Grande Oriente d'Italia del 1922, per effetto delle quali le Logge furono giustamente staccate dall'obbedienza rituale per passare tutte indistintamente a quella del Gran Maestro dell'Ordine. In conseguenza di tale evento furono costituite le Camere di Maestro Architetto che ripetettero, nella loro formazione, l'unione dei Fratelli Maestri di Rito Simbolico Italiano appartenenti a tutte le Logge della Valle.
Oggi dunque, come si diceva in principio, il Grande Oriente d'Italia è autonomo e indipendente e riconosce i Corpi Rituali: lo Scozzese, il Simbolico e quello dell'Arco Reale, di più recente formazione.
Delineata l'origine e la funzione in seno alla Comunione Italiana del Rito Simbolico, possiamo affermare che questo Rito assolve un compito di avanguardia in un mondo che tende sempre di più all'Unione e alla Luce.
Esso ispira e modella la sua azione ai cinque punti della Fratellanza. Il primo di essi dà una definizione della Società dei Liberi Muratori: essa è una « unione di uomini Liberi e di buoni costumi, affratellati da sentimenti di mutua stima e di amicizia, e diretti da principi velati da simboli ed illustrati da allegorie. Gli insegnamenti di questi principi e l'educazione particolare che ne scaturisce vengono compiuti nelle Logge con lo studio degli emblemi, delle Tradizioni e con la pratica delle Cerimonie proprie dell'Arte Reale ».
Lo scopo del Rito Simbolico è dunque quello di formare gli uomini per il mondo di oggi e di domani: cittadini coscienti ed onesti per la Patria unita, libera, indipendente; un popolo operoso e severamente educato da mettere a servizio della Umanità, in una Comunione di popoli liberi, sovrani e fraternamente uniti secondo i principi della Universale Massoneria.
Per questo, fedele ad uno spirito pratico e concretamente operativo, il Rito Simbolico, alle piramidali costruzioni che, diluendo il pensiero aumentano i gradi e con essi debolezze e delusioni, preferisce la forma tetragona di base che la sapienza antica poneva a simbolo della conoscenza. Sicché il Rito Simbolico presume il raggiungimento della perfezione massonica con l'attribuzione del grado di Maestro, ma, pur non imponendo metodiche particolari, indica come compito fondamentale dei Maestri Architetti quello di intensificare ed elevare la dottrina dei Maestri in rapporto specialmente allo studio della Simbologia Massonica e alla conoscenza di tutti gli ordinamenti a carattere iniziatico di ogni tempo e di ogni paese; e, inoltre di prendere l'iniziativa per l'esame di tutte le questioni di carattere morale, sociale, politico, culturale, umanitario a livello locale, nazionale o universale. Simile imponente lavoro è reso possibile da un sistema, una forma che nasce sul triangolo e si completa nello sviluppo delle Logge Azzurre, dette anche Simboliche.
Il richiamo non è a caso perché il Triangolo, oggi come ieri, è alla base di ogni conoscenza. Col Triangolo si entra nei Templi per determinarne le ricorrenze e le proporzioni; col triangolo, percorrendo raggi di luce, si giunge ai limiti della materia per penetrare lo spazio e conoscere il tempo; col triangolo si scende nel nucleo scoprendo l'antimateria in una ricorrenza pitagorica che affascina e conquista. Nel Triangolo massonico, ricorrente all'interno e all'esterno della Stella a 5 punte o Pentalfa, secondo leggi naturali, i Liberi Muratori ed i Simbolici in particolare, trovano la Perfezione, l'Universalità del Sistema.
Corollario di simile concezione della ricerca è la negazione di qualsiasi segreto connesso a gradi ulteriori così come la eleggibilità di qualunque Maestro Architetto alle cariche rituali e la temporaneità di queste ultime.
Il secondo punto della Fratellanza dichiara che la libera Muratoria « riconosce e venera un Essere Supremo sotto il nome di Grande Architetto dell'Universo »; ha per massime fondamentali: « Conosci te stesso » « Ama il prossimo tuo come te stesso ». Il Rito Simbolico dunque non è ateo né, d'altro canto, impone un Dio personale, ma riconosce l'esistenza di un Essere perfetto, un invariante assoluto che vive in noi e fuori di noi, di cui non conosciamo ancora la natura, ma a cui si può arrivare con lo studio, l'elevazione, il perfezionamento. E infatti prosegue il secondo Punto: « La Libera Muratoria propugna la libertà di coscienza ed il libero esame e percio richiede da tutti i suoi adepti il rispetto delle opinioni altrui e vieta loro ogni discussione che possa turbare il lavoro e l'armonia delle Logge, le quali debbono essere un Centro permanente di Unione Fraterna tra persone buone, leali e probe, un Legame Segreto fra tutti coloro che sono animati da sincero amore per il Vero, il Bello ed il Buono ». Ed ecco definito il contenuto iniziatico del nostro Rito: al Trinomio che profanamente e socialmente si esprime nei termini: Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, in questo numero perfetto di tre che è tesi, antitesi e sintesi, viene dato il significato umano di Bontà, Lealtà, Probità, di legame tra tutti coloro che sono animati da amore per la Verità, la Beltà, la Bontà.
Fissato così il programma dei lavori del Rito, il terzo Punto della Fratellanza ne chiarisce l'estensione: « La Libera Muratoria ha per scopo il perfezionamento morale dell'umanità, e per mezzo la diffusione e 1a pratica di una vera Filantropia; l'elevazione morale, intellettuale e materiale di tutti gli Uomini ai quali Essa aspira di estendere i legami di Amore e di Solidarietà fraterni che uniscono tutti i Liberi Muratori sulla superficie della Terra ». Il Libero Muratore ha per divisa: « Fa agli altri ciò che vorresti che da altri fosse fatto a te ». Ma tanto non basta, poiché il problema sociale è opportunamente e modernamente avvertito. Ecco infatti quanto proclama ancora il terzo Punto: « Tenendo in più gran conto i valori morali, la Libera Muratoria non ammette privilegi di classi sociali, ed onora il Lavoro in tutte le sue forme; riconosce in ogni Uomo il diritto di esercitare senza ostacoli e senza restrizioni le facoltà sue purché non violi quelle degli altri, e sia in armonia coi supremi interessi della Patria e dell'Umanità. Essa crede che i Diritti ed i Doveri debbano essere uniformi per tutti, affinché nessuno si sottragga all'azione della Legge che li definisce: e che ogni uomo debba partecipare, in ragione del proprio lavoro, al godimento dei prodotti, risultato di tutte le forze sociali poste in attività ». Simili affermazioni, in pieno secolo diciannovesimo, testimoniano della particolare lungimiranza dei Fratelli simbolici di allora, ai quali gli odierni si sentono spiritualmente legati non tanto come eredi di un messaggio affievolito dal tempo, ma come testimoni ed apostoli di un'idea che è matrice e garanzia della dignità umana e perciò universale, inalienabile, intramontabile.
Enunciate queste direttive di azione profana, il Punto quarto ritorna al programma dei lavori per sfatare ogni possibile dogmatismo che potrebbe derivare da una definizione precisa di Bontà, Lealtà, Probità, Verità, Bellezza. Esso infatti proclama: « la Libera Muratoria non riconosce alcun limite alla ricerca del Vero ed al Progresso Umano; essa ritiene che i sistemi etici, filosofici e politici non siano che delle manifestazioni e dei metodi differenti, ma pur concomitanti ad uno stesso fine, della Legge Universale che presiede a tutte le sfere dell'esistenza. Perciò si interdice ogni politica d'azione esterna effettuata da Essa come corpo, ma lascia ai suoi adepti ampia libertà di azione nel mondo profano, secondo la loro coscienza, sul terreno religioso, filosofico e politico senza dar loro alcuna parola d'ordine ».
Ecco dunque il Rito Simbolico come scuola di vita, palestra di ricerca scevra da pregiudizi ed aperta a tutte le esperienze in un ansia di conoscenza che trascende i limiti di tempo e di spazio per appuntarsi verso la Legge universale.
Sicché è giunto il momento della sintesi affidata al quinto punto che definisce la Loggia, la Camera Rituale Simbolica, e lo spirito che deve animarla: « Le Logge sono i luoghi particolari dove si riuniscono i Liberi Muratori e nei quali essi apprendono ad amare ed a servire la Patria e l'esercizio della loro arte della vita; ed a pensare, a volere ed a vivere come Uomini completamente formati e padroni di sé nello spirito della Patria e dell'Umanità. Risvegliare e fortificare questo spirito, contribuire con esso a perfezionare l'Umanità nella persona di ogni Fratello, preparare e sostenere gli Uomini nella loro ascensione, tale è lo scopo dei lavori delle Logge ».
Su queste basi il Rito Simbolico ha potuto esprimere, nei migliori suoi uomini, un fermento vivificatore nella comunione massonica italiana e un'insostituibile funzione di potenziamento dell'Ordine, equilibrando l'altrettanto utile e proficua opera del Rito Scozzese Antico ed Accettato e più tardi del Rito dell'Arco Reale.
Ma tale funzione è tutt'altro che esaurita oggi così come in futuro, pur dopo l'unificazione di tutte le Logge sotto la obbedienza del Gran Maestro dell'Ordine che rispecchia molto da vicino programmi, metodi e strutture del Rito Simbolico.
Le Logge si dedicano essenzialmente al perfezionamento degli Apprendisti e dei Compagni e quindi, per ineliminabili esigenze amministrative ed organizzative, non possono dedicare molte sedute alla Camera di Mezzo che è quella che consente di spaziare in tutti i campi congeniali alla raggiunta perfezione massonica.
I Collegi dei Maestri Architetti a livello locale, equiparati già dal 1970 ai Capitoli dei Rosa Croce (18° grado del Rito Scozzese), le Logge Regionali su base più ampia, equiparate agli Aeropaghi dei Cavalieri Kadosh (30° grado) e la Serenissima Gran Loggia d'Italia su base nazionale, equiparata al Supremo Consiglio dei 33, anche per la loro formazione composita determinata dalla provenienza da varie Logge dei Maestri Architetti che ne sono membri, sono invece un crogiuolo permanente di idee e di azioni che vi nascono, maturano e fruttificano in una continua fluttuazione permettendo così un'integrazione dinamica del pensiero.
Sol che animato da buona volontà e di sana curiosità - ed il Fratello simbolico non può non esserlo - l'Adepto del nostro Rito troverà in se stesso con l'aiuto degli altri un'inesauribile fonte di ricerca. Lo sviluppo del terzo grado, la Leggenda di Hiram, la Morte, la Rinascita, la Vita che risorge dal sepolcro gli offriranno la chiave dell'elevazione propria e dei suoi simili, aiutato in ciò anche dagli insegnamenti della dottrina pitagorica dotata in Italia di radici tanto profonde e sentite. La maggiore maturazione raggiunta in seno al Rito non potrà che riverberarsi beneficamente in seno alle Logge della cui proficua attività conforme ai principi basilari della Massoneria Universale il Rito Simbolico Italiano resta e resterà vigile assertore e suscitatore.
Per dirla col Mattews, il primo mattino della Creazione ha scritto quel che si legge nel giorno del Giudizio.
E non appaia questa come vuota retorica dissociata dalla realtà quotidiana. Ché il Massone, ed il simbolico in particolare, è uomo del suo tempo, conoscitore della problematica sociale senza fine che travaglia l'umanità e lui stesso in quanto parte di essa. Egli approfondisce il contatto umano al di là e al di fuori della Loggia o della Camera Rituale, porta dappertutto il suo spirito costruttivo, equanime, positivamente conciliatore di opposte tendenze, promuove studi, dibattiti, manifestazioni, organizzazioni dirette a far prendere coscienza ai suoi simili della loro dignità di uomini liberi inseriti in un ambiente morale, sociale, ecologico, sempre più deteriorato, ma ampiamente risanabile sol che si sappia suscitare in ogni individuo la consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri, smitizzando opportunamente tutte le inutili, subdole e corruttrici lusinghe del potere ed indirizzando la molla dell'ambizione verso il solo traguardo possibile che è quello dell'Amore universale basato sulla Giustizia sociale.
Utopia? Taluno si interrogherà dubbioso. Mentre rendiamo grazie a colui che dubita, perché dimostra con ciò di essere, ci permettiamo rispondere con le parole di un illuminato Fratello simbolico, componente la Commissione per la codificazione degli Statuti del Rito nel lontano gennaio 1876. Il Fr.·. Ludovico Corio scriveva: « Dal più antico costruttore del Tempio, al moderno libero muratore del pensiero, con non mai interrotto cammino la Massoneria assurse dalla materia all'idea, dal fatto al principio, dalla pratica alla teorica, dall'analisi alla sintesi, dal senso alla ragione, dalla fede alla scienza.
« Ed è perciò che la grande Famiglia Massonica s'ingrossa ogni giorno di più e va sempre guadagnandosi uomini, che devoto culto professato al vero, al bello ed al bene. Ed è questa necessaria mutabilità di forme che mantenne tra noi quello spirito di tolleranza e di vicendevole rispetto, che afferma la forza dell'Ordine nostro e stabilisce la sua superiorità sopra ogni altra associazione o scuola sia empirica, sia dottrinaria. Ed è questa necessaria mutabilità di forme che rende possibile la concordia in questa grande famiglia e che, pur lasciando ai diversi membri che la compongono la facoltà di seguire un diverso Rito, come in tutte le grandi opere della natura, sa conciliare la varietà con l'armonia. Ed è questa necessaria mutabilità di forme, che rese possibile il Rito Simbolico, più semplice, più democratico e perciò più conforme alle tendenze dei tempi nostri ».
Il Fratello Ludovico Corio è qui tra noi, testimone di una unità spazio-temporale che illumina la vita immortale del Rito Simbolico Italiano.

Roma, 8 Dicembre 1973 E.·. V.·.

Da Palazzo Giustiniani - Relazione conclusiva sul Convegno a cura del

Fr.·. Virgilio Gaito 3.·.
del Coll.·. MM.·. AA.·. CAPITOLIUM
All'Or.·. di Roma



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